Klaus Schwab, grande mente del World Economic Forum, noto da ultimo come coniatore e sostenitore della formula del Grande Reset, sostiene, nel suo libro precedente “La quarta rivoluzione industriale”, che, tra le professioni destinate all’estinzione digitale, e quindi a essere sostituite dall’automazione delle macchine, si collocherebbe quella dell’”assistente legale”, mentre si badi che per l’assistente sociale, secondo Schwab, continua a essere essenziale la sua empatia, la sua umanità (si, certo, come no!).
Non è ben chiaro che cosa sia un “assistente legale” nel rozzo linguaggio dell’aziendalismo americano, ma poniamo che si tratti del giurista, dell’avvocato, del consulente legale di un certo livello; che significa, nei voti di questi “riformatori”, che se ne può tranquillamente fare a meno a vantaggio dell’assistente legale-macchina?
A me pare piuttosto evidente e addirittura confessorio: al giurista non è riconosciuta alcuna autonomia di pensiero, né alcuna libertà critica, compito suo è solo fotocopiare, come diceva il grande sociologo del diritto Erlich, le gazzette ufficiali, facendo piazza pulita di ogni principio generale del diritto, di ogni ragionamento di gerarchia delle fonti, in base al quale ci sono norme importantissime e fondamentali che vigono in ogni caso, dato che valgono solo i deliberata positivi, non del “legislatore”, si badi, ma del “decisore politico”, per usare sempre il linguaggio aziendalistico e idiocratico di Schwab.
Chi è questo “decisore politico”? Si tratta del soggetto incaricato di disbrigare con atto di forza alcune problematiche correnti, sgombrando il campo dalle difficoltà il cammino dell’idiocrate aziendale, non certo qualcuno dotato di una vision degna di questo nome: e a tale decisore politico non deve interessare se esistono principi superiori del diritto, putacaso, un diritto umano fondamentale, che possa porsi in contrasto con la normettina utile nel caso specifico.
Ma dai, che lo sappiamo già: è esattamente quanto hanno fatto Conte e Draghi con riferimento al neo-diritto della pandemenza, sparare a casaccio norme e normettine, una volga con la forma di DPCM, un’altra di decreto-legge, quelle cose che piacciono tanto al Sole 24 Ore per dare gli “aggiornamenti normativi”: peccato che si tratti in toto di carta da culo, dato che viola in toto la gerarchia delle fonti e le carte dei diritti umani e fondamentali, quindi tutta robaccia giuridicamente nulla, da puramente e semplicemente ignorare e disapplicare.
Ma -questo è il punto- queste cose le sanno i giuristi, non gli assistenti legali, che sono appunto roba da Sole 24 Ore, ampiamente sostituibile dall’automazione; perché poi la macchina la devi istruire, e allora l’”assistente legale” di Schwab non sarà addestrato per verificare le incostituzionalità e i contrasti con la gerarchia delle fonti, sarà addestrato solo per dire qui ci vuole la mascherina, là non ci vuole.
Un assistente legale sostituibile in senso schwabiano è stato ottimamente rappresentato sugli schermi televisivi da un esimio costituzionalista, originale, garantito e ricaricabile, il prof. Alfonso Celotto da Castellamare di Stabia, il quale, nonostante vanti nel proprio curriculum accademico studi molto contriti di diritto costituzionale, andava a prestare la sua sapiente opera a “Tagadà”, presso Tiziana Panella, giusto per dire “qui ci vuole la mascherina, là non ci vuole”. Chissà quanto si vergognava interiormente, l’austero costituzionalista, per fornire consulenze da “assistente legale” di tal fatta, senza mai fare un cenno alla gerarchia delle fonti e alle questioni di costituzionalità.
Ma tanto Celotto ha fatto da “assistente legale” a una quantità di ministri delle più varie forze politiche, quindi è persona molto flessibile e andante, anche se da ultimo lo si rinveniva dalle parti di +Europa, il che la dice lunga.
Non importa, il fatto è che i giuristi di regime come Celotto temono la concorrenza delle macchine schwabiane, e quindi esprimono in pieno la propria capacità adattiva all’ambiente, chiamali fessi.